25 APRILE 2021
In questa giornata celebriamo i 76 anni della Liberazione dall’oppressione nazifascista, ricordiamo perciò quel fatidico 25 aprile 1945, quando il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) deliberò l’ordine di insurrezione nazionale, succeduto all'”Arendersi o perire” di qualche giorno prima. Il 22 aprile 1946 l’allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi propose il 25 Aprile come festa nazionale e dopo poco tempo con una legge statale gli italiani iniziarono a commemorare in questa data tutti i partigiani che offrirono la propria vita per la liberazione d’Italia. In Umbria molte sono le testimonianze di quel tremendo periodo. A Foligno, nel centro storico, si ricordano le azioni partigiane e l’operato di singoli attivisti con molte targhe commemorative, ma sono le zone di montagna che rievocano con maggiore intensità quei momenti tragici, perché lì si rifugiava la Brigata Garibaldi, che tante azioni condusse nei confronti degli squadroni nazifascisti presenti nel territorio.
I partigiani folignati cominciarono ad organizzarsi già nell’estate del 1943. Il 22 settembre alla cascina “Raticosa” nel fosso presso Cupoli si costituì il primo nucleo della IV Brigata Garibaldi, mentre la chiesa di Vallupo e la canonica di Cancelli erano diventate rifugio di partigiani, grazie anche al sostegno del parroco Don Pietro Arcangeli, che poi sarà deportato. La maggior parte di questi giovani partigiani della IV Brigata, poi denominata “Brigata Francesco Innamorati” in onore del suo primo commissario politico che perse la vita il 4 gennaio 1944, era di estrazione cattolica; molti erano cresciuti nel circolo San Carlo di Foligno e altri erano militanti, come il sottotenente Antero Cantarelli, che fu per molto tempo comandante della formazione garibaldina ed era stato presidente diocesano della Gioventù di Azione Cattolica. Nei mesi di novembre e dicembre il comando garibaldino iniziò le prime azioni di guerriglia contro la Guardia Nazionale Repubblicana e le caserme dei carabinieri. Iniziarono così da parte delle truppe nazifasciste i rastrellamenti sulla montagna folignate. Il 3 febbraio 1944 vennero accerchiate Scopoli, Casale, Vallupo, Cancelli, Civitella, Acqua Santo Stefano, Rasiglia e la cascina Radicosa (qui furono catturati tre giovani che erano a guardia della cascina e furono deportati a Mathausen, dove trovarono la morte).
Il 5 febbraio a Cesi di Serravalle del Chienti la Brigata Garibaldi si riunì per riorganizzarsi in cinque battaglioni, ognuno formato da 30 o 40 uomini. A Foligno si tenne una conferenza militare dei Comitati di Liberazione Nazionale e parteciparono anche alcuni comandanti partigiani locali. Dal 17 aprile per tre settimane le truppe tedesche e fasciste rastrellarono le zone montane: l’area di Colfiorito, Nocera Umbra e Gualdo Tadino. Tra il 17 e il 23 aprile le SS massacrarono 24 civili nelle frazioni di Colle Croce, Mosciano, Serre e Sorifa nel Comune di Nocera Umbra. Il 25 aprile 1988 è stato inaugurato a Colle Croce uno splendido monumento, realizzato in corten dallo scultore Francesco Fratini di Foligno ed eseguito dalla folignate ditta Vitali, dal titolo “Libertà in evoluzione”. L’opera si erge proprio a ricordo del tremendo eccidio di partigiani e civili che venne perpetrato dalle truppe nazifasciste tra Annifo e Sorifa il 17 aprile 1944.
A poca distanza, in località Le Fossata, si incontra un’altra lapide che ricorda l’uccisione brutale di due ragazzi e due padri di famiglia mentre, su ordine dei soldati tedeschi, trasportavano le vettovaglie requisite a Colle Croce, che era stata appena depredata e incendiata.
Il 16 giugno 1944 Foligno fu liberata dagli alleati, il distaccamento dell’XI Lancieri dell’VIII Armata Britannica, formato da soldati inglesi, indiani, pakistani, a cui si erano uniti i partigiani della Brigata Garibaldi. Gli alleati, comandati dal tenente David Wale, attaccando i tedeschi all’altezza di Ponte San Magno e in Via Franco Ciri, impedirono che il Ponte di Porta Firenze, oggi Ponte della Liberazione, precedentemente minato, venisse fatto saltare in aria. Per questo il tenente Wale ottenne la “Military Cross” (trad. “Croce Militare”) dal comandante dell’VIII Armata Britannica. Questi i dati al momento della Liberazione: 4 anni di guerra, 10 mesi di lotta partigiana, 36 bombardamenti, 140 vittime, il 50% degli edifici di Foligno distrutto.
Il ricordo di quei momenti drammatici, grazie alle tante testimonianze dei reduci di guerra, è un patrimonio collettivo che non deve essere mai perso, ma tramandato alle future generazioni.
Buona Festa della Liberazione!
Bibliografia:
La Montagna di Foligno. Itinerari tra Flaminia e Lauretana, a cura di F. Bettoni e M.R. Picuti, Ed. Orfini Numeister, 2007
https://www.itescarpellini.edu.it/25aprile/
https://www.pietredellamemoria.it/comuni/foligno/