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Piccoli borghi

Montefalco

Montefalco, la “Ringhiera dell’Umbria”, è uno dei borghi umbri che bisogna assolutamente visitare se si viaggia in questa regione. Prima di tutto per le sue vedute panoramiche, che permettono di abbracciare non solo tutta la Valle Umbra, ma anche le montagne che la circondano e in più perché qui si può assaggiare uno dei vini più pregiati al mondo, il Sagrantino, così chiamato perché prodotto e utilizzato dai frati francescani durante le celebrazioni religiose. Vale la pena scoprire i suoi tanti conventi, molti di clausura, i suoi vicoli fatti di saliscendi, ma soprattutto la sua storia, che rende questo paesino così unico tra tanti: la committenza di affreschi da parte dell’ordine francescano a uno dei più grandi pittori fiorentini del Quattrocento, Benozzo Gozzoli, autore di una vita di San Francesco all’interno dell’omonima Chiesa cittadina. Con la mia visita guidata scoprirete gli angoli più remoti e più affascinanti di questo piccolo borgo dell’Umbria.

Montefalco

Montefalco, la “Ringhiera dell’Umbria”, è uno dei borghi umbri che bisogna assolutamente visitare se si viaggia in questa regione. Prima di tutto per le sue vedute panoramiche, che permettono di abbracciare non solo tutta la Valle Umbra, ma anche le montagne che la circondano e in più perché qui si può assaggiare uno dei vini più pregiati al mondo, il Sagrantino, così chiamato perché prodotto e utilizzato dai frati francescani durante le celebrazioni religiose. Vale la pena scoprire i suoi tanti conventi, molti di clausura, i suoi vicoli fatti di saliscendi, ma soprattutto la sua storia, che rende questo paesino così unico tra tanti: la committenza di affreschi da parte dell’ordine francescano a uno dei più grandi pittori fiorentini del Quattrocento, Benozzo Gozzoli, autore di una vita di San Francesco all’interno dell’omonima Chiesa cittadina. Con la mia visita guidata scoprirete gli angoli più remoti e più affascinanti di questo piccolo borgo dell’Umbria.

Corciano

Pochi abitanti, poche case accorpate in un ristretto cerchio di mura, ma è tutto lì, nel borgo di Corciano, a raccontare la storia del famoso carro etrusco, delle tombe ipogee nelle necropoli, della fratellanza con la città di Perugia contro Todi, della strenua difesa contro Braccio Fortebracci da Montone, della dipendenza dalla famiglia dei Della Corgna, di cui è testimonianza l’attuale Palazzo Comunale con le sue sale affrescate. Il Palazzo del Capitano del Popolo e quello dei Priori danno un’idea della disposizione dei luoghi del potere in epoca medievale, mentre sulla Piazza Coragino, che prende il nome da un mitico compagno di Ulisse, si affaccia la Chiesa di Santa Maria Assunta, da cui proviene la famosa Pala del pittore Pietro Perugino del 1513. Uno dei borghi più affascinanti dell’Umbria, che potrete apprezzare grazie alle informazioni e alle curiosità che vi fornirà la vostra guida turistica.

Bevagna

Bevagna è un tuffo nel passato, un luogo del tempo che non c’è più. Addentrarsi nei vicoli di Bevagna significa dimenticare il mondo che ci circonda, la frenesia delle metropoli, il traffico, il distacco tra le persone. Qui è come vivere in un villaggio del Medioevo. Non ci sono solo l’aspetto delle case, l’architettura delle chiese romaniche, le mura romane antiche, la fontana ottagonale, gli archi a sesto acuto, le sculture allegoriche dei portali, le vasche per lavare i panni disposte lungo il fiume, il silenzio e gli odori della cucina della tradizione, ma anche l’atmosfera e il calore della gente. Qui le persone si conoscono tutte, amano il loro paese, mantengono vive le tradizioni, come la processione della Pasqua, le feste patronali e il Mercato delle Gaite, una ricostruzione della vita e dei mestieri medievali che nasce proprio da un’iniziativa locale. Tutti i bevanati diventano per l’occasione appassionati studiosi di Medioevo e non si lasciano sfuggire neanche un particolare moderno nella ricostruzione delle ambientazioni, dei costumi, dei mestieri. Ecco allora che prendono vita i telai, l’allevamento dei bachi da seta, la fusione delle campane, la coniazione delle monete, la produzione delle candele di cera e della carta bambagina, realizzata con gli stracci e la calce. A giugno a Bevagna ci si immerge nel Medioevo e si ha voglia di essere come i suoi abitanti, così gioiosi di vivere un passato che ormai non esiste più.

Bevagna

Bevagna è un tuffo nel passato, un luogo del tempo che non c’è più. Addentrarsi nei vicoli di Bevagna significa dimenticare il mondo che ci circonda, la frenesia delle metropoli, il traffico, il distacco tra le persone. Qui è come vivere in un villaggio del Medioevo. Non ci sono solo l’aspetto delle case, l’architettura delle chiese romaniche, le mura romane antiche, la fontana ottagonale, gli archi a sesto acuto, le sculture allegoriche dei portali, le vasche per lavare i panni disposte lungo il fiume, il silenzio e gli odori della cucina della tradizione a portartici, ma anche l’atmosfera e il calore della gente. Qui le persone si conoscono tutte, amano il loro paese, mantengono vive le tradizioni, come la processione della Pasqua, le feste patronali e il Mercato delle Gaite, una ricostruzione della vita e dei mestieri medievali che nasce proprio da un’iniziativa locale. Tutti i bevanati diventano per l’occasione appassionati studiosi di Medioevo e non si lasciano sfuggire neanche un particolare moderno nella ricostruzione delle ambientazioni, dei costumi, dei mestieri. Ecco allora che prendono vita i telai, l’allevamento dei bachi da seta, la fusione delle campane, la coniazione delle monete, la produzione delle candele di cera e della carta bambagina, realizzata con gli stracci e la calce. A giugno a Bevagna ci si immerge nel Medioevo e si ha voglia di essere come i suoi abitanti, così gioiosi di vivere un passato che ormai non esiste più.

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