Assisi, anno 1197.
Francesco è un giovane ragazzo di quindici anni e ama profondamente la sua città. Vive all’interno delle mura, quelle mura ancora solide costruite dai Romani circa quindici secoli prima. La sua casa è piena di agi e collocata in una zona privilegiata della città, accanto alla Piazza del Comune, dove fervono i commerci e avvengono incontri politici. Non manca nulla alla sua vita di figlio di un ricco mercante di stoffe. Ha ricevuto una delle migliori educazioni, è l’unico a parlare correntemente il francese. La città è per lui un forziere di sicurezze e di affetti. Ci sono contese in città, tra borghesi e aristocratici, tra i sostenitori del Papa e dell’Imperatore, ma è sempre così: le tensioni sociali aiutano a mantenere l’equilibrio, oppure portano alla guerra. La Cattedrale di San Rufino domina la vecchia piazza, la Rocca sorveglia la città dall’alto. Nell’arco di una vita, la sua vita, tutto cambierà…
Visita della città di Assisi immaginata al tempo di San Francesco.
Assisi, anno 1197.
Francesco è un giovane ragazzo di quindici anni e ama profondamente la sua città. Vive all’interno delle mura, quelle mura ancora solide costruite dai Romani circa quindici secoli prima. La sua casa è piena di agi e collocata in una zona privilegiata della città, accanto alla Piazza del Comune, dove fervono i commerci e avvengono incontri politici. Non manca nulla alla sua vita di figlio di un ricco mercante di stoffe. Ha ricevuto una delle migliori educazioni, è l’unico a parlare correntemente il francese. La città è per lui un forziere di sicurezze e di affetti. Ci sono contese in città, tra borghesi e aristocratici, tra i sostenitori del Papa e dell’Imperatore, ma è sempre così: le tensioni sociali aiutano a mantenere l’equilibrio, oppure portano alla guerra. La Cattedrale di San Rufino domina la vecchia piazza, la Rocca sorveglia la città dall’alto. Nell’arco di una vita, la sua vita, tutto cambierà…
Visita della città di Assisi immaginata al tempo di San Francesco.
Perugia, anno 1500.
Raffaello è un ragazzo di provincia, della provincia urbinate. Ha diciassette anni ed è un giovane artista promettente. Al seguito della corte dei Montefeltro si è spostato in Umbria, dapprima a Città di Castello, poi tramite un amico paterno è stato introdotto come aiuto nella bottega del Pinturicchio per la decorazione della Cappella Baglioni di Spello. Ha passione per l’arte e per tutte le espressioni culturali. Suo padre, Giovanni Santi, è stato per lui un grande maestro. Gli piace visitare quei luoghi che hanno prodotto le opere più importanti del momento: oltre alla cappella Baglioni in Santa Maria Maggiore a Spello studia il Giudizio Universale di Luca Signorellli nella Cappella Nuova del Duomo di Orvieto e il ciclo di affreschi di quello che sarà un altro suo maestro, Pietro Vannucci detto il Perugino, nella Sala delle Udienze del Collegio del Cambio a Perugia, dove dipinge qualche volto. Dopo una commissione per l’Oratorio della Chiesa di Sant’Agostino arriva la richiesta personale da parte della famiglia Baglioni. Atalanta Baglioni richiede per la cappella di famiglia nella Chiesa conventuale francescana della città una Deposizione, che doveva ricordare l’evento tragico dell’uccisione di suo figlio Grifonetto, in seguito alla drammatica vicenda delle nozze di Astorre Baglioni e Lavinia Colonna, le Nozze di Sangue. La migliore occasione per dimostrare la sua raggiunta maturità artistica. Da questo momento Raffaello entra a tutti gli effetti nel novero dei più grandi artisti del tempo.
Visita della città di Perugia immaginata dal punto di vista di Raffaello.
Bernardino si aggira per le strade e i vicoli tortuosi di quel piccolo borgo della Valle Umbra. Se lo ricordava quando lo aveva visitato da ragazzo con suo padre. Era uno di quei luoghi in cui meglio si poteva ammirare la potenza degli antichi Romani pur essendo lontani da Roma. Le mura augustee si stagliavano ancora perfette con il loro profilo definito contro il verde dei boschi del Monte Subasio. La visita da ragazzo era stata motivata dalla presenza in quel luogo di un convento di frati francescani, che ricordava Andrea Caccioli, uno dei primi compagni di San Francesco. Ora tornava a Spello con altra motivazione. Non era più uno sconosciuto ragazzo di provincia, ma un pittore ormai affermato, non più Bernardino figlio di Betto, ma il Pintoricchio. Lo aspettava la realizzazione di un’opera che già si immaginava grandiosa, richiesta proprio a lui dal priore della Collegiata di Santa Maria Maggiore, Troilo Baglioni…un Baglioni! Finalmente anche il suo nome sarebbe rimasto ai posteri nella sua terra natia.
Visita di Spello, con gli occhi del Pinturicchio.
Bernardino si aggira per le strade e i vicoli tortuosi di quel piccolo borgo della Valle Umbra. Se lo ricordava quando lo aveva visitato da ragazzo con suo padre. Era uno di quei luoghi in cui meglio si poteva ammirare la potenza degli antichi Romani pur essendo lontani da Roma. Le mura augustee si stagliavano ancora perfette con il loro profilo definito contro il verde dei boschi del Monte Subasio. La visita da ragazzo era stata motivata dalla presenza in quel luogo di un convento di frati francescani, che ricordava Andrea Caccioli, uno dei primi compagni di San Francesco. Ora tornava a Spello con altra motivazione. Non era più uno sconosciuto ragazzo di provincia, ma un pittore ormai affermato, non più Bernardino figlio di Betto, ma il Pintoricchio. Lo aspettava la realizzazione di un’opera che già si immaginava grandiosa, richiesta proprio a lui dal priore della Collegiata di Santa Maria Maggiore, Troilo Baglioni…un Baglioni! Finalmente anche il suo nome sarebbe rimasto ai posteri nella sua terra natia.
Visita di Spello, con gli occhi del Pinturicchio.